Settembre al Borgo fa 50, la stele dell’artista Gianni Pontillo
-Una scultura dedicata ai Cinquanta anni del “Settembre al Borgo“. L’arte contemporanea incontra il festival del Borgo medievale di Casertavecchia attraverso un lavoro del maestro casertano Gianni Pontillo. L’inaugurazione dell’opera avverrà domenica 4 settembre, alle 20.30, presso il Largo Belvedere/lato Pineta di Casertavecchia. Saranno presenti il sindaco di Caserta Carlo Marino, il direttore artistico Enzo Avitabile, il vicesindaco Emiliano Casale, l’assessore alla Cultura Enzo Battarra e l’assessore ai Lavori Pubblici Massimiliano Marzo. L’autore fa sapere che si è dedicato con passione alla creazione di una vera e propria stele celebrativa delle Cinquanta edizioni (1971-2022) della rassegna, così da lasciare una traccia visiva e tangibile di uno dei più importanti eventi della Campania che, nel tempo, ha promosso e presentato ad un pubblico attento ed appassionato grandi e significativi spettacoli teatrali e musicali, senza dimenticare le innumerevoli iniziative destinate ai libri e alla stessa arte contemporanea. L’assessore alla Cultura del Comune di Caserta Enzo Battarra così presenta l’opera di Pontillo: «Una stele a ricordare la storia. La scultura di Gianni Pontillo dedicata alle cinquanta edizioni del Settembre al Borgo è un monumento alla memoria ma è anche il punto di partenza per un nuovo corso. Ai piedi del Castello di Casertavecchia indica l’ingresso in un luogo sacro alla cultura, al teatro, alla musica, all’arte, alla letteratura. Nel suo sviluppo verticale l’opera celebra la felice epopea di un festival che continua a vivere, geloso del suo passato, ma al tempo stesso aperto al futuro, al mondo, all’incrocio dei linguaggi. E nella scultura si incrociano materiali antichi come il ferro e la ceramica, che uniti insieme hanno la forza della solidità metallica e l’energia del colore vivo sulla terra plasmata. Nello stemma della Città di Caserta, che in effigie porta proprio la Torre del Borgo, l’impegno di una comunità a riconoscersi nel suo festival, impegno che è congiuntamente civico, morale e culturale. Cinquanta volte Settembre al Borgo, un’infinità di racconti. Più generazioni casertane si sono confrontate con il festival, assorbendo le gesta dei miti dello spettacolo che si sono misurati sui palcoscenici incantati di Casertavecchia, brillando sotto la luna e le stelle. Nel numero 50 il racconto fatto di formelle in sequenza come in un film, con i temi e i luoghi del Settembre al Borgo. C’è il teatro con le sue maschere, c’è la musica con gli strumenti simbolo come la chitarra, la tammorra e il sax, ci sono le arti visive fatte di pittura e di forme plastiche, ci sono i libri dei tanti spunti letterari. E poi ci sono i luoghi del festival, come la magica piazza del Duomo o l’interno della Cattedrale rappresentato dal leone stiloforo con acquasantiera. E poi c’è l’esaltazione della Civitas Casertana, la rappresentazione di una radice, il punto fermo sulle origini di tutta la comunità. Ma è lo stesso Settembre al Borgo che è entrato a far parte dell’identità della città, della sua storia, del suo scrigno di memorie. Caserta celebra e perpetua il suo straordinario festival con una stele che racconta i primi cinquanta anni di un viaggio nei territori della cultura».
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