Sexting, i caldi messaggi dell’eros ai tempi dello smartphone

Sexting, i caldi messaggi dell’eros ai tempi dello smartphone

Serena Mottola*

-I neologismi sono parole che nascono in un sistema linguistico per designare fenomeni o processi che fino a quel momento non esistevano, e che, quindi, non necessitavano di un termine o un’espressione che li descrivesse. È il caso, questo, della parola sexting, che fa la sua prima apparizione sulla rivista australiana Sunday Telegraph Magazine nel 2005 ed è oggi particolarmente conosciuto tra i giovani, molti dei quali, spesso, lo praticano senza saperlo.

Il termine sexting è composto dal sostantivo inglese sex (sesso) e dal verbo texting (inviare messaggi) e si riferisce all’atto di scambiarsi contenuti sessualmente espliciti, in formato testuale o visivo, attraverso le chat. Si tratta di una pratica estremamente diffusa nell’epoca degli smartphone, in cui le conversazioni online sono nella quotidianità di tutti e basta un clic per fotografare una parte del proprio corpo.

Se i più giovani si dilettano nel fare sexting per gioco, gli esperti del settore della comunicazione, nonché altre figure, quali psicologi o psichiatri, guardano a questo fenomeno con attenzione e preoccupazione. Troppo spesso, infatti, accade che si passi dal sexting, consensuale per entrambi i partecipanti di questo “gioco” telematico, ad azioni ben più gravi, come il revenge porn. Non di rado persone che hanno ricevuto immagini o video sessualmente espliciti del o della loro partner di sexting li inviano, senza il loro consenso, ad altri conoscenti e amici. Come sa bene chi frequenta abitualmente i social network, una volta che un contenuto passa di chat in chat o di social in social, diventando virale, è praticamente impossibile eliminarne ogni traccia e fermarne la diffusione.   

Il sexting può essere divertente, ma vedere violare la nostra privacy, con la diffusione non consensuale di materiali sessualmente espliciti che ci riguardano, sicuramente non lo è – anzi: in Italia, dal 9 agosto 2019, secondo quanto stabilito nell’articolo 612 ter del codice penale, è un reato.

*Dottorato in Eurolinguaggi e Terminologie Specialistiche – Università degli Studi di Napoli “Parthenope”

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Maria Beatrice Crisci
Maria Beatrice Crisci 10397 posts

Mi occupo di comunicazione, uffici stampa e pubbliche relazioni, in particolare per i rapporti con le testate giornalistiche (carta stampata, tv, radio e web).Sono giornalista professionista, responsabile della comunicazione per l'Ordine dei Commercialisti e l'Ordine dei Medici di Caserta. Collaboratrice de Il Mattino. Ho seguito come addetto stampa numerose manifestazioni e rassegne di livello nazionale e territoriale. Inoltre, mi piace sottolineare la mia esperienza, più che ventennale, nel mondo dell'informazione televisiva, come responsabile della redazione giornalistica di TelePrima, speaker e autrice di diversi programmi. Grazie al lavoro televisivo ho acquisito anche esperienza nelle tecniche di ripresa e di montaggio video, che mi hanno permesso di realizzare servizi, videoclip e spot pubblicitari visibili sulla mia pagina youtube. Come art promoter seguo alcune gallerie d'arte e collaboro con alcuni istituti scolastici in qualità di esperta esterna per i Laboratori di giornalismo. Nel 2009 ho vinto il premio giornalistico Città di Salerno.

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