Shazammare, quel verbo magico che fa riconoscere la musica
– A chi è mai capitato di sentire una canzone in auto, in un negozio o alla tv e scervellarsi per ricordarne il titolo o il nome dell’interprete? Posso immaginare la risposta. Perché, se ad esempio stai ascoltando la radio e all’improvviso ti va via la frequenza, devi sperare solo di conoscere già il brano e fare affidamento sulla tua memoria per le info! Ovvio, a meno che tu non abbia scaricato l’app Shazam, che ti permette di risalire a tutti i dettagli della canzone che stai ascoltando con un semplice tap sul tuo smartphone. E di recente è anche possibile impostare la ricerca automatica con la funzionalità Auto Shazam; così come riconoscere la musica, mentre si utilizzano altre applicazioni, con Pop-Up Shazam. Inoltre si sta lavorando molto anche sul riconoscimento visuale per poter identificare gli oggetti intorno a noi. Su questa scia sono nati Shazam for TV, che ci reindirizza a pagine di approfondimento di prodotti pubblicizzati; Magnus, per riconoscere le opere d’arte; e PlantNet, per “shazammare” fiori e piante.
Sulla base del nome dell’applicazione, infatti, è di uso sempre più comune utilizzare il verbo shazammare per indicare l’azione di riconoscere musica e immagini attraverso il proprio smartphone. L’Accademia della Crusca sottolinea come questo verbo si trovi tra i Neologismi della Treccani con attestazioni dai giornali. Anche se è soprattutto sui social network che troviamo una maggiore presenza di questo verbo. E la stessa situazione la troviamo anche in altre lingue come l’inglese (to shazam) e il francese (shazamer).
I fondatori della piattaforma scelsero il nome Shazam rifacendosi a un’esclamazione nata nel 1940 e utilizzata, un po’ come nel caso di abracadabra, nel momento di un evento o trasformazione straordinaria. Utilizzare quindi shazammare per indicare l’atto attraverso cui si ottengono in un attimo, quasi per magia, informazioni su cosa si sta ascoltando (o vedendo) risulta decisamente appropriato, soprattutto se si pensa anche alla figura del mago Shazam della DC Comics. Il nome del mago è un acronimo che deriva dalle iniziali degli dèi e degli eroi (Solomon, Hercules, Atlas, Zeus, Achilles, Mercury) che conferiscono poteri e qualità a Billy Batson per farlo trasformare in supereroe; così come accade anche per sua sorella Mary Batson, che diventa supereroina grazie ad altre figure leggendarie (Selena, Hippolyta, Ariadne, Zephyrus, Aurora, Minerva). E chissà se i fondatori, oltre ad avere in testa l’esclamazione magica, non pensassero proprio al personaggio dell’Universo DC. In tal caso, oltre che di neologismo, potremmo parlare anche di ridefinizione di categorie grammaticali (dal nome Shazam al verbo shazammare); nonché di uno slittamento semantico per cui si passerebbe dal nome di un personaggio dei fumetti (sotto forma di acronimo) all’azione di riconoscere musica e immagini, il tutto passando per il nome di un’applicazione per smartphone. Ciò che pare certo è che, mentre fino a qualche decennio fa tutto ciò sarebbe stato annoverato tra gli atti di magia, oggi “shazammare una canzone” è diventata una semplice azione quotidiana e in rete già circolano usi metaforici quali “shazammare i tuoi pensieri”. Forse non riusciremo mai a shazammare ciò che ci passa per la testa, oppure il progresso ci sorprenderà ancora una volta. Mentre potrà risultare meno sorprendente imbattersi un giorno, sfogliando le pagine di un vocabolario, in questo “magico” verbo.
*Dottorato in “Eurolinguaggi e Terminologie Specialistiche” – Università degli Studi di Napoli “Parthenope”
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