Stop alla violenza, alla Vanvitelli c’è il flashmob virtuale

Stop alla violenza, alla Vanvitelli c’è il flashmob virtuale

Pietro Battarra

-«La battaglia contro la violenza alle donne inizia da noi». A lanciare l’hashtag sono gli studenti dell’Università Vanvitelli. Sono loro a metterci la faccia in un flashmob virtuale tutto al maschile. L’occasione è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. I ragazzi dell’Ateneo con varie decine di foto e messaggi hanno deciso di portare avanti in prima persona una vera e propria campagna social. Nonostante la pandemia da Covid 19 che ha prodotto un’emergenza sanitaria e l’impossibilità delle donne a recarsi nei centri antiviolenza, la Vanvitelli scende così in campo con un evento dal titolo “In nome di donna. Perchè le donne smettano di essere l’Altro”.

La lotta alla violenza non si è però. Il numero 1522 anti violenza e stalking, i centri antiviolenza e le case rifugio sono sempre rimasti attivi, nel rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie previste. Le Istituzioni hanno rafforzato gli interventi di contrasto e prevenzione. A tal proposito, la giornata contro la violenza sulle donne rappresenta un’occasione di denuncia che ha impegnato tutta la comunità dell’Ateneo.

Il flashmob, tutto al maschile, è stato realizzato grazie alla partecipazione degli studenti dei Dipartimenti dell’Ateneo che, in questo momento così delicato per tutti, ma soprattutto per le donne e bambini vittime di violenza, hanno fatto sentire ancora di più la loro vicinanza con la consapevolezza di dover essere parte attiva al #la battaglia contro la violenza sulle donne inizia da noi#. La campagna di comunicazione ha avuto come protagonisti numerosi ragazzi che hanno inviato la propria foto, anche accompagnata da un foglio con un messaggio di aperta denuncia, per testimoniare la scelta di prendere distanze dai comportamenti violenti agiti sulle donne. Il flashmob potrà essere visibile sui canali social Facebook e Instagram di Ateneo.

L’ evento “In nome di donna. Perchè le donne smettano di essere l’Altro” – organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza – si svolgerà il giorno 25 novembre da remoto, su piattaforma Microsoft Teams, dalle ore 15  alle ore 18 e vedrà la partecipazione di docenti dell’Ateneo, di  rappresentanti di Forze dell’ordine e di esponenti di realtà associative del territorio impegnate attivamente, con i loro programmi, a combattere questa piaga sociale. 

“La giornata rappresenta un’altra tappa di un percorso educativo ambizioso, che impegna ormai da diversi anni l’Ateneo, grazie anche al supporto delle Istituzioni del territorio, in continue attività e riflessioni – afferma Marianna Pignata, delegata del Rettore alle pari opportunità – Purtroppo, dagli ultimi dati Istat, dal racconto che le vittime fanno alle operatrici del 1522 emerge che la maggior parte di esse non denuncia la violenza subita, proprio perché consumata per lo più all’interno di contesti familiari. C’è una responsabilità collettiva di fronte al problema culturale sotteso al fenomeno. Ci sono però parole e condotte che possono aiutare le donne a liberarsi da una gabbia e denunciare violenze e sopraffazioni: ed è su questo fronte che l’Ateneo gioca un ruolo centrale sul piano culturale e della formazione specifica dei futuri operatori, insieme a tutta la comunità studentesca soprattutto sul piano della sensibilizzazione alla cultura della non violenza”.

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Pietro Battarra
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Pietro Battarra. Pubblicista. Laurea triennale in Scienze delle Comunicazioni Università Suor Orsola Benincasa Napoli. Iscritto al Master in Marketing e Digital Innovation per l'arte e la cultura, Università Guglielmo Marconi. Si interessa in particolare di cultura e fenomeni sociali. La sua passione sono l'arte. la moda e il fitness. Ha iniziato giovanissimo a sfilare per marchi come Dolce&Gabbana, Trussardi, Hogan, Roberto Cavalli, Alcott, MSGM, Minimal ed è stato protagonista di shooting fotografici e cataloghi per importanti campagne pubblicitarie. Dall’esperienza a New York a quella in Cina, passando per la Turchia, la Spagna e Singapore nei suoi progetti c’è quello di occuparsi di marketing e comunicazione. Scrive per la rivista d'arte «Segno».

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