Testimoni del male, i “cuori spenti” di Sardo al Buon Pastore
-Storie di vittime innocenti della criminalità, per lo più persone comuni: lavoratori, pensionati, ragazzi. Tra essi anche un medico e un sacerdote. È il volume di Raffaele Sardo “Cuori Spenti”. Guida editori. Il quarto scritto per conto della Fondazione Polis.
Ieri la presentazione nella sala Moscati al buon Pastore di Caserta. Con l’autore, a moderare l’incontro la giornalista de Il Mattino Marilù Musto. A parlarne sono intervenuti il procuratore capo di Avellino Domenico Airoma, la preside del liceo Manzoni Adele Vairo. A portare la loro testimonianza Augusto di Meo (testimone dell’omocidio di don Peppe Diana) e Giuseppe Ciaburro, figlio del maresciallo Luigi Ciaburro, ucciso a Villa.literno il 9 settembre 1975. In sala anche una bella e significativa rappresentanza del liceo Manzoni con le loro docenti.
Quindici storie che toccano il cuore quelle di Sardo, a cui bisogna avvicinarsi con grande rispetto per le vittime e i familiari. A raccontare sono madri, padri, mogli, figli, sorelle, fratelli, nipoti, che dal giorno della tragedia scontano una condanna a vita che nessun giudice ha mai comminato, un ergastolo.
«Quelle che racconta Raffaele Sardo – ha sottolineato il procuratore Airoma – sembrano storie brutte ma non lo sono nel senso che in alcune di queste si intravede un orizzonte. Così come quella di Livatino (magistrato siciliano ucciso dalla mafia e dichiarato beato come martire della giustizia e della fede) che agli occhi del mondo sembra uno sconfitto. Ma non è così».
Quindi, ha spiegato: «La vicenda di Livatino è la prima che vede un testimone di giustizia. Inoltre, da qui partirono una serie di riforme. E poi l’invettiva ai mafiosi di Giovanni Paolo II “convertitevi verrà il giudizio di Dio”. Tutto ciò ci dice perché bisogna raccontare e ascoltare storie del genere».
«Noi educatori – ha sottolineato la professoressa Vairo – dobbiamo illuminare la scelta dei ragazzi ma dobbiamo raccogliere la sfida educativa. Dobbiamo cominciare a interrogarci e la sfida educativa va raccolta da noi tutti i giorni. Tutti i giorni dobbiamo essere segnale di testimonianza quotidiana. Il vescovo Lagnese qualche giorno fa ospite al Manzoni ci ha invitato a dire ai ragazzi e alle ragazze che il cambiamento deve cominciare oggi da noi perché un altro mondo è possibile. Bisogna dire ai ragazzi che esistono vittime che non vanno dimenticate. Questo di Sardo è un racconto di memorie e quando noi facciamo memoria di un accadimento lo ripercorriamo nel quotidiano. Ed è ovvio che il cuore è sempre più spento perché la traccia è malinconica.
E ancora la preside Vairo: «Credo sia necessario comunicare le buone notizie, le buone pratiche. Tanti i professionisti che lo fanno e che rappresentano per noi una forza, perché ciò che viene comunicato si moltiplica». Toccante la lettura di alcuni passaggi del libro a cura di Raffaele Frega. Ad inizio dell’evento i saluti dell’assessore alla Cultura e all’’Istruzione Enzo Battarra.
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