Ti ci porto io! Palazzo Cocozza, qui i luoghi del Decameron
Liceo Manzoni Press -Il nostro territorio è ricco di tesori monumentali che non abbiamo ancora scoperto. Dando un’occhiata più approfondita ci accorgeremo che anche palazzi che ci sembrano semplici abitazioni possono essere una di queste bellezze nascoste. Un esempio potrebbe essere
Palazzo Cocozza. Il monumento sorge nel borgo medievale di Piedimonte di Casolla, frazione di Caserta, un aggregato di poche case che formano il più piccolo dei casali appartenenti alla cittadina della
celebre reggia. Il borgo è sorto intorno all’anno 1000. Qui accanto ad abitazioni che conservano ancora
l’aura nobile del tempo in cui il borgo era meta di poeti, filosofi e letterati ospitati nel ‘500. La ricerca storica mostra come esso sia passato da fortezza tardo medievale a palazzo rinascimentale, e in seguito a dimora di campagna e luogo di riposo. In origine apparteneva alla famiglia casertana dei “conti della Ratta” i quali per ragioni difensive lo trasformarono in casa di guardia, successivamente passò alla famiglia D’Amico e venne poi ereditata dai Cocozza.
Per quanto concerne la struttura dell’edificio, il palazzo è distribuito su tre livelli e ha pianta ad U. La facciata principale è caratterizzata da un grosso portale d’ingresso in piperno, su cui è posto lo stemma di famiglia. All’interno una scala settecentesca conduce agli appartamenti. Nell’atrio del palazzo sono dipinti stemmi araldici. Il corpo dominante presenta l’ingresso principale a livello della corte, un piano nobile caratterizzato da una sequenza di ambienti di rappresentanza con doppio affaccio su via Montanara e un ultimo piano dal quale è possibile ammirare Caserta Vecchia, Casolla e a distanza Caserta. Molte delle finestre quadrotte vennero successivamente rimpiazzate da finestre di gusto neo catalano per volere della marchesa Cocozza. Di considerevole attenzione è il torrione semicircolare, antica torre di avvistamento avvicinato al prospetto principale terminante con un leone stiloforo presumibilmente proveniente dal portale di una chiesa romanica. Gli ambienti del piano nobile mantengono dettagli principali come parti di pavimentazione dipinti a mano, alcuni infissi, cornici di pietra in tufo. Tramite il cortile si accede attraverso uno scenografico portale sempre in piperno, sormontato da una merlatura in tufo grigio. Tale spazio accoglie
un notevole patrimonio botanico. In questo giardino lo sguardo viene subito catturato dal verde delle piante nelle sue molteplici sfumature, dai colori accesi. Molte sono le specie botaniche autoctone ed
esotiche: l’ortensia a foglia di quercia e le nuvole bianche di spinea. Questi giardini che ritroviamo negli antichi borghi conservano uno stretto legame con gli spazi agricoli circostanti ed anche questa proprietà conserva di fronte all’ingresso del palazzo uno spazio destinato ad orto ed alla coltivazione di agrumi. Sul lato opposto della strada, invece, sorge la cappella privata dei Cocozza dedicata a San Rocco e un’area verde destinata all’orto e frutteto, concepita come naturale prosecuzione del giardino interno. Quello di palazzo Cocozza è un esempio virtuoso di giardino privato perfettamente recuperato dal ricco patrimonio botanico che tra mediterraneità e ambientazioni classiche e pittoresche, dá vita a romantiche
scenografie vegetali dal notevole impatto emotivo. Un elemento che caratterizza il giardino di palazzo cocozza è l’abbondante presenza di acqua che condotta dall’Acquedotto Carolino si raccoglie in una grande vasca di tufo da cui si dirama in numerose fontane ancora oggi esistenti. L’attuale sistemazione paesaggistica è opera dell’architetto inglese Peter Curzon. Nel 1969 Pierpaolo Pasolini utilizzò il palazzo per girarvi la novella di “Riccardo e Caterina” del suo Decameron.
Realizzato da: Anna Di lello, Ilaria De lucia, Giulia Gentile, Francesca Santoro e Isabella Salato
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