Ti ci porto io! Recale. Villa Porfidia, storia giardini e curiosità

Ti ci porto io! Recale. Villa Porfidia, storia giardini e curiosità

(Liceo Manzoni Press)* -Sorge nella piccola città di Recale, comune italiano di 7.614 abitanti della provincia di Caserta in Campania, la bellissima Villa Porfidia, palazzo Roccaforte nata alla fine del 1700 nei pressi della Via Appia. Dominio dei Borboni fino al 1860 quado fu’ passato al duca Bovino per poi essere venduto alla famiglia Porfidia, l’attuale proprietaria, nel 1936. Questa era la residenza estiva della famiglia dei Guevara duchi di Bovino che alloggiavano qui quando la famiglia borbonica si traferiva da Napoli a Caserta.

Recale, come già detto in precedenza, non è una città molto grande e può sembrare molto più moderna degli altri centri urbani limitrofi. In realtà il paese è molto più vecchio! Come riporta Italpedia: “Fondata con molta probabilità in epoca longobarda, come dimostra la presenza di una torre di quel periodo inglobata in un palazzo settecentesco, sorge in un sito frequentato nell’antichità dai romani. Casale di Capua, ne seguì sempre le vicende storiche; nel Settecento appartenne ai Guevara, duchi di Bovino, amministratori delle tenute di caccia borboniche e dotati di notevole influenza a corte. Secondo alcuni studiosi, il toponimo sarebbe una deformazione di “Ercole” e farebbe riferimento a un antico insediamento ubicato nel territorio comunale; altre teorie vedono nella denominazione attuale una base preromana RECA–, che significa ‘solco’. Tra le testimonianze del passato figurano le chiese intitolate a San Salvatore e all’Assunta, contenenti entrambe dipinti attribuiti a Domenico Mondo e ai suoi allievi; nella chiesa dell’Assunta si possono ammirare anche opere pittoriche risalenti al XVI e al XVII secolo. Il patrimonio storico-architettonico locale annovera, inoltre, il palazzo Porfidia, dotato di un bel giardino all’italiana e di un parco di caccia”.

Circondata dalla campagna Recalese, la sua imponente torre, che affaccia su Piazza ella Repubblica, è visibile da moto lontano. La natura è la protagonista grazie al parco che si estende per ben 20.000 mq ispirato a quello della più grande e famosa Reggia di Caserta. Secondo alcune fonti il giardino è in stile italiano, caratterizzato da viali, gruppi marmorei, giochi d’acqua è il bellissimo e armonioso bosco di lecci, dei sempreverdi tipici mediterranei. All’interno del giardino vi è una ricca collezione di essenze come: agapanti, rose, ninfee e una tipologia di camelie viola molto rara. Secondo altre fonti invece il giardino e in stile roccocò francese, viali alberati da Aghapanthus e rose o sormontati da archi modellati da siepi di Taxus. Possiamo trovare anche palme e peonie

Secondo l’articolo di “Italian Botanical Heritage” il palazzo non venne costruito nel 1700 ma addirittura nel 1500 dalla famiglia dei Principi D’Aquino di Caramanico (provincia di Pescara) per poi essere trasformata in casale fortificato dalla famiglia dei Guevara Bovino che la utilizzavao per ospitare banchetti, battute di caccia, concerti, balletti e spettacoli pirotecnici per tutte le figure illsutri, come artisti o intellettuali, che si fermavano li durante il Grand Tour.

Nel 1781 i Guevara riuscirono ad ottenere l’acqua per alimentare le fontane del giardino deviando una parte dell’acquedotto carolino grazie alla concessione fatta da Ferdinando IV di Borbone alla duchessa Anna Maria Surdo Guevara, dama di compagnia della regina e forse amante del re.

Tra i tanti ospiti illustri, la piccola reggia, ha accolto Lady Emma Hamilton: ex cameriera e ballerina di taverna e moglie dell’ambasciatore inglese a Napoli William Hamilton, che divenne amica della regina e piantò nel giardino recalese una camelia viola “atrioviolacea”. Proprio dall’Inghilterra arriva il design che spodesterà quello del giardino all’italiana, sempre secondo I.B.H: “vennero messi a dimora alberi ad alto fusto, fra cui una canfora (Cinnamon camphorum), un albero dei tulipani e un’Acacia pudica, e  il  boschetto della caccia, all’epoca vecchio di duecento anni, venne trasformato in una contemplativa e romantica passeggiata pittoresca”. Oppure: “Lo attraversano due sentieri: uno conduce dall’ingresso a una vasca di fiori di ninfea, l’altro porta al viale degli ombrellini, così chiamato perché le siepi di tasso (Taxus baccata) sono potate a forma di ombrello, ombreggiare le panchine in pietra collocate nel viale. Nel giardino vi sono inoltre  una peschiera ellittica e varie fontane d’epoca settecentesca, ampi viali alberati oggi costeggati da Agapanthus e rose, palme (Phoenix dactylifera), rose e peonie, e un romantico bosco di lecci (Quercus ilex).

Soltanto nel 1936 questa verrà venduta alla famiglia Porfidia. Abbiamo parlato dei suoi bellissimi esterni, ma ancora non abbiamo parlato delle sue caratteristiche Architettoniche e dei suoi interni!!! Sviluppata su due piani, ha una facciata in stile rustico ma con accorgimenti barocchi dovuti ad interventi eseguiti nell’ottocento. Entrando dal portone principale accediamo alla corte sulla quale si affaccia lo scalone principale decorato con gruppi scultorei classici. Salendo ed entrando all’interno dell’edificio non potremo più trovare gli arredamenti del tempo salvo i decori realizzati con la tecnica dei paper paint.

Collegata alla piccola città che ospita questa meraviglia è la festa delle pannocchie che si svolge dal 20 al 24 luglio organizzata dalla proloco locale. I cittadini hanno la possibilità di potersi riunire per degustare le pannocchie raccolte nei campi circostanti alla città e preparate secondo le ricette della tradizione. Il tutto sarà accompagnato da musica live e spettacoli.

*Redazione Liceo Manzoni:  Alessio Piombino, Vincenzo Giannotti, Giovanni Cioffi, Marika Malara, Anna Intestinale, Christian Giaquinto, Eduardo Cammarota, Giulia Parisi.

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