Tora e Piccilli. Riaperto il famoso sito le Ciampate del Diavolo
Redazione -Il famoso sito paleontologico “Ciampate del Diavolo”, nel suggestivo borgo di Tora e Piccilli ha riaperto. L’inaugurazione domenica mattina in piazza Sant’Andrea, località Foresta. L’evento si è aperto con i saluti del sindaco Vincenzo D’Agostino, i presidenti del Parco Regionale di Roccamonfina foce Garigliano, Adolfo De Petra, e della Comunità Montana Monte Santa Croce, Franco Lepore. Quindi, Letizia Tari responsabile del Centro per l’impiego di Teano. A seguire gli interventi di Giuseppe Spina, presidente Cai Caserta, Carmine Venasco presidente Circolo Legambiente di Sessa Aurunca, Gianni Saggese segretario del comitato regionale Fie, Franco Panella presidente Cai Piedimonte Matese. Quindi, la relazione scientifica di Adolfo Panarello paleoicnologo, dottore di ricerca dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Il tema sarà: «Le Ciampate del Diavolo un reperto non convenzionale: significato scientifico e prospettive di ricerca, conservazione e valorizzazione». Le conclusioni sono affidate alla vicesindaca e assessora alla cultura del Comune di Tora e Piccilli Simona Fracasso e al consigliere delegato Comunità Montana Monte Santa Croce Gianvittorio Marsocci. L’evento è stato moderato dal professore Giuseppe Angelone.
Le Ciampate del Diavolo è il sito paleontologico dove sono ancora visibili le orme fossili lasciate da alcuni ominidi 350mila anni fa. Sono orme di grandi dimensioni formatesi su materiale piroclastico accumulatosi durante le fasi eruttive del vulcano di Roccamonfina. Ben ventisette sono le tracce pervenute, suggestive per la connotazione a zig zag che, nel tempo, ha contribuito ad alimentare la leggenda riguardante la presenza di spiriti maligni che anticamente si aggiravano intorno all’area vulcanica.
Il sindaco D’Agostino sottolinea: «Le Ciampate erano rimaste nell’oblio per lungo tempo, in condizioni di incuria e abbandono. Dunque, inaccessibili. Grazie a un grande lavoro di pulizia messo in atto da una squadra di volontari è stato possibile riportare alla luce il sito e soprattutto il lungo e accattivante percorso per raggiungere il luogo. Un lavoro e un impegno non da poco».
«Ho avuto la fortuna di essere co-scopritore del sito e sono più di vent’anni che lavoro alla sua conoscenza, insieme con i vari colleghi studiosi del team di ricerca coordinato dal professore Paolo Mietto dell’Università di Padova». Queste le parole dello studioso Adolfo Panarello. «Ho dedicato la mia vita – aggiunge – allo studio di questo sito e mi piacerebbe davvero tanto che venisse compreso e rispettato sia delle istituzioni sia dalla gente comune. Spero che la nuova amministrazione comunale, gli enti preposti territoriali, la mia Università e le competenti Soprintendenze vorranno darmi la possibilità di farlo». Dopo il convegno le visite guidate al sito. Ad accompagnare i tanti visitatori sono stati gli studiosi che hanno così avuto modo di raccontare l’affascinante e incredibile storia delle Ciampate de Diavolo, un sito unico al mondo, e fra le più antiche testimonianze icnologiche riferibili a esemplari del genere Homo.
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