Trianon, Nello Mascia porta Viviani dalla strada fin nel teatro
Domenica 11 luglio alle ore 18 al Trianon Viviani il dittico di successo di Viviani per strada, il progetto curato e diretto da Nello Mascia. In scena i due atti unici vivianeschi Porta Capuana e Mmiez’â Ferrovia, due commedie di ieri che fanno riflettere anche sull’oggi, alla possibile vigilia dell’uscita dall’emergenza sanitaria del covid-19, che fanno seguito all’applaudito concerto di Nicola Piovani, che ha riaperto le porte del teatro della Canzone napoletana al pubblico. Sostenuto dal Programma operativo complementare della Regione Campania (Poc 2014-2020), «Viviani per strada è nato da una riflessione sul doloroso presente che viviamo, con le disposizioni restrittive sulla pratica teatrale e le limitazioni all’affluenza degli spettatori, certamente legittime – spiega Mascia –: di qui questo progetto di teatro che mette al centro la strada, la naturale fonte di ispirazione delle opere di don Raffaele, dove l’Autore osserva e coglie gli umori più genuini del popolo per poi trasferirli nelle sue composizioni, dove è più intensa e clamorosa si svolge la vita cittadina e la lotta per la sopravvivenza risulta con più drammatica o anche con più comica chiarezza».
«Queste due opere di cento anni fa – prosegue Mascia – hanno un unico protagonista (il coro, il popolo) e i tipi, già ampiamente sperimentati nel varietà, legati in una trama che impasta il dramma con l’ambiente pittoresco, che ci fanno ragionare su come eravamo e su come il tempo ci ha cambiati, mirando a individuare indizî per affrontare più consapevoli e più forti il prossimo futuro».
Il Trianon Viviani non ha mai cessato le proprie attività durante il periodo di emergenza sanitaria, producendo anche spettacoli in streaming e l’ultimo lavoro di Roberto De Simone, Trianon Opera, per Rai Cultura. Mentre il direttore artistico Marisa Laurito si accinge a presentare il cartellone della stagione 2021/’22 nei prossimi giorni, ecco quindi il riallestimento di questi due atti unici del 1918, rappresentati con successo al teatro Umberto all’indomani della disfatta di Caporetto, cioè al tempo della prima devastante pandemia del Novecento: l’influenza spagnola, o più semplicemente “la Spagnola”, la grande influenza che fra il 1918 e il 1920 contagiò quasi mezzo miliardo di persone, ovvero un quarto della popolazione mondiale, facendo registrare quasi 50 milioni di morti.
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