Tu sono, io sei. Al Piccolo Cts va in scena la commedia musicale

Tu sono, io sei. Al Piccolo Cts va in scena la commedia musicale

Redazione -Il Piccolo Teatro Cts di Caserta, pur avendo per l’appunto un piccolo palco, presenterà per questo fine settimana, un musical dalle dimensioni ridotte: TU SONO, IO SEI. Autore dei testi, libretto e regia di Attilio Palermo. Una commedia musicale sperimentale prodotta dall’associazione PALMO della
provincia di Cosenza. Lo spettacolo è previsto per Sabato 1 Febbraio alle ore 21 e Domenica 2
Febbraio alle ore 19. In scena ci saranno gli attori Giorgia Reda e Aldo Scaglione, oltre al corpo di
ballo formato da Anna Chiappetta, Alessia Mandolini e Lucia Mondera. Musiche e direzione
musicale di Luigi A. Morrone, coreografie di Mario Palermo. Vocal Coach – Velia Ricciardi. Trucco
e acconciature – Isteform Accademia delle Arti Estetiche. Grafiche, foto e videomaking di Mario
Timpano. Questa la sinossi: Un uomo si risveglia dal proprio torpore esistenziale. Senza che neanche
se ne accorga, intraprende un viaggio all’interno del proprio io, tra passato, presente e futuro.

Una vita non dissimile da quella di altre vite, ma più cosciente, consapevole. In questo viaggio, ritrova come propria compagna la sua “lei”, la fine e l’inizio di ogni cosa. Perché c’è sempre un qualcuno – reale onirico che sia – che ci porta a cambiare, e nel corso della nostra vita ci aiuta a scoprire la vera essenza
di noi stessi. Un viaggio contornato da nove diversi brani musicali e da coreografie che adornano un
percorso introspettivo nel quale ognuno può riconoscersi e sul quale ognuno può meditare e ritrovarsi arricchito. Attilio Palermo: Può un’opera concettualmente strutturata come “sperimentale”
trasformarsi in una commedia musicale/musical? E al rovescio, una commedia musicale o musical checché si voglia, può esser concepito sottoforma di teatro sperimentale? È l’obiettivo che si pone “Tu sono, io sei”; si pone questo obiettivo per prima cosa sul piano drammaturgico e compositivo e in
secondo luogo su quello scenico e rappresentativo. Lo spazio diventa un’entità adattiva e adattabile alla
danza. Le sequenze e le dinamiche interpretative assumono così connotazioni fluide, non rigide.
Ognuno dei tersicorei non è membro di un ensemble, non è coralità: è egli stesso interprete, è egli
stesso personaggio. Nel diventare di volta in volta Tempo, Amore, Morte, ognuno di loro esegue una
legazione con passaggi a terra, prese, pose ed elementi ginnici caratterizzanti; uno stile contemporaneo,
vero, ma al contempo legato all’interpretativa della danza classica.

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