Viola Ardone online, ferma a Sant’Arpino “il treno dei bambini”
– Una storia che sembra lontana ma che in realtà è quanto mai attuale. E’ quella che racconta la scrittrice Viola Ardone l’ospite della seconda puntata della rubrica “Il Battito del Tempo”. E’ questo lo spazio culturale di approfondimento e riflessione ideato da Istituto di Studi Atellani e PulciNellaMente.
L’incontro si terrà domani giovedì 28 gennaio, a partire dalle 18, e – per il rispetto delle regole anti-Covid – si svolgerà in diretta streaming sulle pagine Facebook di PulciNellaMente e dell’Istituto di Studi Atellani.
Dopo l’introduzione della vice presidente dell’Istituto di Studi Atellani, Imma Pezzullo, e del direttore di PulciNellaMente, Elpidio Iorio, la giornalista de “Il Mattino” Titti Marrone intervisterà Viola Ardone, autrice de “Il treno dei bambini” per Einaudi Stile Libero, un successo editoriale mondiale, tradotto in 25 lingue, dagli Stati Uniti alla Cina, e c’è anche un’opzione per il cinema.
«Questo è un libro bellissimo e importante, che dovete leggere. Vi assicuro che vi resterà nella testa, una volta finito, come quelle cose che ti cambiano un po’. Per sempre». Maurizio de Giovanni ha così commentato il romanzo della Ardone, docente di italiano e latino in un liceo della provincia napoletana, che è tornata in libreria dopo “Rivoluzione sentimentale” (2016) e “La ricetta del cuore in subbuglio” (2012).
Il treno dei bambini è un successo editoriale non per caso ma perché è un lavoro originale, emotivo, di grande qualità letteraria. Una vera e propria storia che incrocia la Storia, da leggere assolutamente – colossale, straziante, ma non disperata – e racconta di una gran quantità di bambini (70.000 da tutto il Meridione, 10.000 solo da Napoli) che nell’immediato dopoguerra, e fino al 1951, grazie al Partito Comunista, vennero separati dai genitori e trasferiti dal Sud nelle case di famiglie dell’Emilia rossa, e delle Marche, che li accolsero come fossero i propri figli: a volte per mesi, altre volte per sempre.
Viola Ardone scava fino a farci male, indaga negli animi fino a farci tremare. Amerigo, un bimbo di 10 anni, è il protagonista della storia «al bivio fra i due mondi – ha scritto Ritanna Armeni, de L’Osservatore Romano – farà una scelta che avrà conseguenze dolorose ma produrrà nuovi semi. Se non saranno soffocati, cresceranno, diventeranno piante rigogliose. Perché il dolore, anzi soprattutto il dolore può essere fertile. E le lacerazioni magari dopo molti anni possono essere ricomposte. Perché il treno della vita è comunque mosso dall’amore e anche se deraglia e torna indietro, comunque non si ferma».
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