Vulcani e poesia, il live viaggia sul web tra Siracusa e Caserta
Maria Beatrice Crisci – Al tempo del coronavirus la cultura viaggia sempre di più sul web. Ed è un live vulcanopoetologico e non solo… quello che sarà proposto domani 17 aprile sulla pagina facebook Amici contro il coronavirus – Informazione -Caserta.
Una performance con la poetessa siracusana Elisabetta Tagliamonte e con il poeta casertano Nando Taccogna
con l’intrusione lavica di Salvatore Randazzo Piazza
Appuntamento alle ore 18.
Elisabetta Tagliamonte, Siracusa
Classe ’92, nata “sotto il segno dell’inverno”, come cita il titolo della sua opera prima: raccolta di poesie a “tecnica mista” che autopubblica con la 432Edizioni di cui lei stessa, insieme ai poeti Salvatore Randazzo, Dario Randazzo e Corrado Messina, ne fa parte. Collettivo, il Poetaretusei432, in cui lei ne entra nel 2015, esibendosi da allora, a molti eventi di tipo culturale dentro e fuori la terra in cui respira: la Sicilia. Eh si perché, pur nascendo nella città del corallo, ove “lo sterminator vesevo” affonda le Sue vaste radici, risiede stabile nella Citta di Siracusa, la più antica, la stessa città, che assieme alla passione per l’interpretazione e, dunque, ai poetry slam, le concedono una chance all’ interno del mondo teatrale esibendosi, in qualità di attrice, più di una volta. Slammer per scelta o devozione, vince il BuoNataSlam in casa, a Siracusa, e il Jurmash Poetry Slam nell’altra casa, a Caserta, classificandosi, così, al 7º posto nella finale Nazionale di Milano, tenutasi nella Casa Museo Alda Merini.
Si dedica a tutto ciò che è arte, cercando di esprimersi e, per ciò che le è possibile di lasciare, se pur minima, una traccia del suo passo pesante a quelli che verranno.
Nando Taccogna, Caserta
Prefazione alla poetica a cura del Prof. Giorgio Agnisola:
Canto inesausto di emozioni e riverberi del sentimento, dialogo accorato, talora struggente con l’altro da sé, che si snoda come ode o preghiera o come intima confidenza, come spinta insopprimibile dei sentimenti, così appare fin dalla prima lettura la
poesia di Nando Taccogna.
Il verso è ritmato da una musica interna, si snoda leggero e come sospeso dall’emozione, tradisce una tensione che al di là dell’accadimento contingente da cui nasce l’ispirazione si lega ad una percezione più vasta dell’esistenza, appare fin dal principio come bisogno di espansione dell’essere e del sentire. L’altro da sé, soprattutto nel dialogo d’amore, è dunque non solo il
compimento della vita, cercato sperato desiderato, interpretato nelle sue sfumature psicologiche, nei suoi riflessi emotivi: é
altresì il simbolo di un orizzonte a cui l’anima tende, provenendo da lontano, come da una distanza ancestrale: è quasi un
bisogno di confondersi con la natura, di essere vita nella vita.
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