Windowless car, inaugurata la mostra alla Galleria Pedana

Windowless car, inaugurata la mostra alla Galleria Pedana

Claudio Sacco

-“Windowless car” è il titolo della mostra inaugurata ieri alla galleria Nicola Pedana. Si tratta della prima mostra personale in Italia dell’artista polacco Krzysztof Grzybacz. A curarla Domenico de Chirico. All’opening con l’artista e il gallerista, anche l’assessore alla Cultura Enzo Battarra. L’esposizione sarà visitabile fino al 7 maggio. Tra gli ultimi decenni del XVIII e la prima metà del XIX secolo, a partire dall’Inghilterra, mediante la cosiddetta Rivoluzione Industriale, si assiste all’avvio del processo di crescita e di sviluppo economico, di innovazione tecnologica, di profonda trasformazione dell’apparato socio-culturale e di industrializzazione, a livello globale, del macrosistema e di tutto l’apparato sociale. Ed è durante tale periodo, che, mediante innumerevoli discussioni, esperimenti poliformi, profonde riflessioni e progressi audaci, si instaura, insinuandosi rapidamente, quel momento in cui il rapporto che intercorre tra l’essere
umano e l’inanimato si consolida e si articola complicandosi, tra idee progressiste e dinamiche imprevedibili. La questione, lunga secoli, rispetto alla complessità di tale binomio è già stata innumerevoli volte indagata a fondo e risulta essere sempre più attuale, ma ciò che ci interessa e stupisce in questo caso è il modo in cui sulla base di una simil aporia nasce e si dirama il nuovo corpo di lavori del giovanissimo artista polacco Krzysztof Grzybacz, classe 1993, qui riunito sotto il titolo di “Windowless car”.


Grzybacz si domanda e ci chiede, in riferimento alla questione di depersonalizzazione dell’individuo, tra incomprensibilità, lussazione e alienazione tipici del tempo della società di massa, quanto e come tutto questo possa riflettersi su ciascuno di noi e, per di più, in che modo una problematica di carattere collettivo possa agire rifrangendosi a livello individuale. Ciò che ne consegue è un viaggio alla scoperta di dipinti gentili, dall’aspetto vellutato, scanditi dal ritmo ticchettante e sulfureo tipico dell’industria con il suo corollario di macchine, i cui colori si presentano freschi e brillanti, dalle sfavillanti tonalità pastello, dai tratti morbidi e nitidi, caratterizzati da un gesto pittorico unico e immediato, goliardico, tipico di un esprit libre, positivista, poetico e dal sapore fiabesco. E allora, chi prenderà il sopravvento? Silenti e consapevoli del grigiore industriale che ci attornia, non ci resta che riflettere osservando il mondo attraverso il finestrino di una macchina oppure semplicemente chiudendo gli occhi per poterlo ridisegnare così come vorremmo che fosse: quello di Grzybacz è certamente eterogeneo, in quanto a soggetti, poiché nulla esclude, ameno e cortese, bizzarro e fantastico, seppur non disconosce ciò che è stato, che è e che sarà.

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