Yoga: una pratica secolare per il corpo e la mente
-Il termine Yoga deriva dalla radice sanscrita Yug, che significa UNIRE. Una unione che, nei termini più elevati, riguarda l’anima individuale e l’anima suprema (Paramatman), identificabile quest’ultima nella nostra cultura con Dio. Il significato di yoga è ricco e profondo, difficile poterne parlare senza coinvolgere la spiritualità. Lo yoga può anche essere descritto come una mappa da seguire, quel ‘come fare’ per realizzare il divino e quindi il vero senso della nostra vita.Lo yoga affonda le sue radici nella più antica India, ma con il passare del tempo questa pratica si è diffusa anche in occidente, pur a volte con differenze importanti. Una persona interessata a “fare” yoga, potrebbe trovarsi di fronte a una pluralità di nomi e tipologie di pratiche o tecniche persino disorientante: Ashtanga yoga; Ananda yoga; Bikram yoga; Hatha yoga; Kundalini yoga; Power yoga; Yoga dinamico; Yin Yoga; Vinyasa yoga; Yoga Iyengar e via elencando. A volte si parla di tradizioni che insegnano a praticare asana (le forme del corpo) e pranayama (tecniche di respirazione e controllo dell’energia) e conducono verso la meditazione; altre, soprattutto in occidente, di adattamenti che, sottraendo alla disciplina l’aspetto spirituale, si riducono a forme “diverse” di ginnastica. Muovere semplicemente il corpo però non significa praticare yoga. Ma ci spiegherà meglio il senso profondo della disciplina Vincenzo Ercole, da anni insegnante di Ananda Yoga.
D: Vincenzo, cos’è lo yoga?
R: Osservo che a volte le persone hanno un concetto di yoga limitato al corpo, come di una disciplina fisica nella quale “performare” qualche strana e complicata posizione. Dire cosa sia lo yoga non è semplice. Tuttavia, approfondendo un po’, vediamo che lo yoga non impegna solo il corpo, ma anche la mente e il cuore. Abbiamo di fronte un sistema di valori, un modo di vivere, qualcosa di più di una filosofia. Diciamo che è ‘un modo di vivere finalizzato a qualcosa’: a stare bene con se stessi, ad avere maggiore consapevolezza e conoscenza di sé. È, anche, una disciplina per l’anima: la nutra, le permette di esprimersi. Anche l’Hatha Yoga, che è forse una delle forme di yoga connesse al lavoro con il corpo più note qui in occidente, se praticato correttamente, permette di creare un connubio tra corpo, energia, mente e anima, e di ‘tirare fuori’ il meglio di sé, le migliori qualità che si possiedono. Esprimere il meglio di se stessi non è un qualcosa che ha necessariamente una connotazione religiosa. Anche un ateo può esprimere il suo migliore potenziale. In tal senso la pratica dello yoga si apre a tutti.
D: Quante tipologie di yoga esistono?
R: In India non esiste un concetto di religione; esistono tanti sentieri spirituali che portano alla stessa sorgente, il Divino. Troviamo molti maestri, insegnamenti e testi sacri. Tra questi particolarmente nota è la Bhagavad Gitadove, tra le altre cose, sono spiegate le modalità con le quali una persona può realizzare se stessa attraverso le diverse forme di yoga descritte. Karma yoga ad esempio è la disciplina che insegna a compiere azioni senza attaccamento ai risultati dell’azione stessa. Si impara ad agire senza aspettative, a non soffrire se non si ottiene quanto desiderato. Jnana yoga è lo yoga della conoscenza, della discriminazione. Si realizza che ogni cosa proviene da Dio e che è solo Dio ad agire. Bhakti Yoga è invece lo yoga della devozione, del servizio e dell’amore verso Dio. Queste classificazioni, forse complesse da sentire così, esprimono solo il modo in cui ogni persona si può naturalmente approcciare a Dio.
Se invece pensiamo alle forme di yoga da praticare in qualche centro specializzato, con un insegnante che guida delle classi, e quindi con l’uso del corpo, del respiro e la concentrazione, ci sono tante, tantissime forme di Hatha Yoga che variano per tradizione, storia e origine. Posso nominare Ananda yoga, Kundalini yoga, Iyengar yoga tra alcuni degli stili più noti, oppure tra le discipline più dinamiche Ashtanga yoga e Vinyasa.
D: Quali sono i benefici dello yoga ?
R: Ogni tipologia di yoga che viene proposta apporta benefici diversi. Lo yoga dinamico, ad esempio, è un lavoro più fisico, che dona resilienza, forza, elasticità e stabilità. A volte consiglio ad alcuni praticanti di associare a una pratica più statica dello yoga (Hatha Yoga) delle forme di yoga dinamico, per sviluppare maggiore consapevolezza fisica, resistenza e forza. Ma anche per divertirsi e sudare un po’. Non è sempre semplice restare fermi per due o più minuti in una posizione: la mente inizia a vagare, a pensare ad altro piuttosto che percepire il corpo e le sensazioni che via via emergono. Questo avviene più frequentemente di ciò che si possa immaginare, non è facile avere una mente disciplinata. A volte siamo sopraffatti dalla quotidianità, dalla tensione accumulata a lavoro. Le persone si approcciano allo yoga proprio perché magari è stato loro suggerito per scaricare le tensioni, rilassarsi, ma prima di trovare ristoro in una o più asana ci vuole tempo e pazienza. La mente ha bisogno di ricevere sollecitazioni continue e ‘la staticità’, dello yoga, non dà grande soddisfazione. Per questo a volte è buono divertirsi in qualche forma dinamica, più ginnica.
Tuttavia, acquisire il controllo della mente, ascoltare e saper regolare il proprio respiro e sapersi rilassare in una forma (asana) anche impegnativa, dona grandi benefici, centratura e stabilità nella vita di tutti i giorni. Ciascuno di noi ha dentro di sé qualità belle e gioiose da esprimere e il senso più profondo dello yoga è proprio quello di lasciare che esse emergano. Una asana, alla fine, non è altro che un canale creato attraverso il corpo, il respiro, la mente e l’energia per lasciare che la luce interiore risplenda dentro e fuori di noi.
D: Quando e come fare yoga ?
R: Non esiste un orario favorevole o meno per la pratica, ma certamente, se dovessi consigliare un momento della giornata, un momento in cui lo yoga può aiutare ad affrontare meglio la quotidianità, è certamente al mattino. Al mattino il corpo è più rigido, ma siamo anche aperti, disponibili, pronti a vivere una buona giornata. Una serena pratica di yoga risveglia la nostra energia, ci rende radiosi e solari: la giornata scorrerà senz’altro meglio! Ad ogni modo, anche praticare la sera può essere utile per sciogliere le tensioni della giornata, riequilibrare il nostro sistema fisico ed emotivo, e condurci verso un buon sonno ristoratore.
D: Fare yoga e meditare sono la stessa cosa ?
R:. La meditazione è parte integrante dello yoga; la pratica di Ananda yoga, per esempio, serve proprio a creare le condizioni ideali per meditare. Dopo la pratica siamo più centrati, disponibili e aperti, pronti a quietare la mente e a concentrarci sul respiro, con un corpo piacevolmente disponibile a restare fermo nella posizione scelta. Tutta la parte fisico energetica svolta è un atto di preparazione che conduce a uno stato di calma e di ritiro dell’energia dagli oggetti dei sensi. Come esseri umani interagiamo con il mondo attraverso la mente e i cinque sensi, e quando essi sono direzionati unicamente verso gli oggetti materiali che ci circondano, sviluppiamo prima un intenso interesse verso gli stessi e quindi un attaccamento che ci porta a desiderarli e a sentirci frustrati fino a quando non li abbiamo ottenuti. E quando otteniamo ciò che vogliamo, raramente è abbastanza per essere soddisfatti e felici. Se non impariamo ad avere il controllo della nostra mente sarà lei a guidare la nostra vita, muovendoci come burattini in un teatrino di desideri, attaccamenti, desideri frustrati e insoddisfazione, spinti da una avida ricerca di nuovi stimoli. La meditazione serve quindi a placare la mente, a farla restare ferma nel suo centro, invece di saltare frenetica da una parte all’altra come una scimmia tra i rami. Controllare i desideri per non essere direzionati solo verso le cose materiali, migliorare la qualità del pensiero, saper conservare e utilizzare l’energia vitale: questo è il primo salto qualitativo che la meditazione offre.
D : Si può praticare yoga da soli? E’ necessario un luogo idoneo?
R : A meno che tu non sia un praticante esperto, suggerisco di affidarsi a professionisti preparati. So che adesso vanno di moda le applicazioni yoga sul cellulare. Immagino che queste applicazioni possano suggerire un esercizio, ma possono guidare correttamente e in sicurezza una persona in una posizione? Possono sapere di cosa tu hai bisogno? Possono suggerirti le varianti più adeguate e adatte al tuo corpo? Ti possono ascoltare? Una persona che si approccia a queste attività può essere ancora rigida nel corpo o poco consapevole dei corretti movimenti da compiere. Cominciare affidandosi a una applicazione può essere pericoloso. Se per riuscire nell’esecuzione di una posizione una persona si sforza e spinge il corpo oltre i limiti rischia anche di farsi male. In passato, anche l’Hatha Yoga veniva trasmesso dai maestri ai propri chela (persone che in India seguono un maestro) in modo individuale. Il maestro conosceva il suo discepolo e sapeva prendersi cura di lui. Un insegnante yoga occidentale non è certo un maestro, ma è comunque una persona preparata che può indicare ai praticanti come ottenere il meglio dalla disciplina senza che essa gli nuoccia. Per quanto riguarda il contesto, non immagino una pratica yoga in un luogo con musica ad alto volume, in un ambiente caotico e un flusso di persone che va e viene. Se possibile, sarebbe buono rivolgersi a insegnanti che possano disporre di un luogo dedicato esclusivamente allo yoga, nel quale solo entrando il praticante si possa subito sentire a suo agio, accolto e rinfrancato. Per praticare, poi, bastano un tappetino, un cuscino per la seduta e un abbigliamento comodo. La pratica dello yoga inizia sul tappetino, ma poi è nella vita quotidiana che essa continua e si sviluppa. Un praticante yoga lo riconosci dalla luminosità e dal buon umore, come se avesse un sole in tasca.
D : Cosa consigli a chi vuole iniziare a fare yoga?
R : Per prima cosa è necessario informarsi su che tipo di yoga viene svolto nella struttura a cui ci si rivolge. Informarsi sulle competenze dell’insegnante, la sua preparazione, la scuola di riferimento e le caratteristiche della disciplina proposta è importante per capire che cosa si sta andando a fare. Abbiamo visto che ci sono tante forme di yoga, stili diversi tra loro. Bisogna cercare ciò che è più adatto a sé. Si dice sempre che lo yoga fa bene alla schiena, ed è certamente vero, ma solo se praticato in modo sicuro e rispettoso; sottoporre il corpo a una pratica non adatta o che per il suo svolgersi richiede uno sforzo al quale non si è pronti può essere deleterio per il fisico.
D. Come si svolge una lezione di Ananda Yoga?
R. Abbiamo una prima fase di esercizi statici o dinamici, utili per riscaldare il corpo e renderlo pronto alla sequenza di asana proposta per la lezione. Dopo il riscaldamento si praticano esercizi di respirazione (pranayama) e poi si entra nelle asana, prima in piedi, poi a terra, alternando equilibrio, piegamenti in avanti e indietro, lateroflessioni, torsioni e capovolte. Si chiude l’ora e trenta di lezione con il rilassamento, “Shavasana”, che può apparire davvero facile, stesi come si è con le braccia e le gambe aperte, ma riuscire a non dormire o vagare con la mente all’inizio non è per niente facile!
About author
You might also like
Giovane Cuore, al Terra di Lavoro si fa prevenzione
(Luigi D’Ambra) – La cultura della prevenzione parte dalle scuole, dunque, dai giovani. Da qui l’iniziativa che vede coinvolto nel mese di febbraio l’Istituto “Terra di Lavoro” di cui è
Ospedale di Caserta, qui l’Universiade mantiene ottima salute
Maria Beatrice Crisci (ph Ciro Santangelo) L’Universiade significa anche una rete protettiva sanitaria che possa intervenire con rapidità e competenza in ogni evenienza. In questa rete rientra l’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e
Quando la pelle si macchia, i vizi capitali dell’estate
(Enzo Battarra) – Tempo di autunno, tempo di macchie. La pelle arriva a settembre con tutti i segni di un’esposizione il più delle volte incontrollata al sole. Sono passati decenni