Zaza cosmico, luci e foto nella cappella di Castel Nuovo
– Maestosa, mistica e solenne. La trecentesca Cappella Palatina di Castel Nuovo si è aperta per ospitare la mostra personale “Pensiero Cosmico” di Michele Zaza, a cura di Andrea Aragosa. Organizzazione Black Tarantella in collaborazione con l’Archivio Michele Zaza. L’inaugurazione giovedì 15 luglio. Presenti l’artista, tanti protagonisti del mondo della cultura a partire da Enzo Avitabile, ma anche le istituzioni nella persona di Annamaria Palmieri, assessore alla cultura e al turismo del Comune di Napoli, che ha promosso l’esposizione sotto il matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
Michele Zaza è un artista della memoria, un poeta della quotidianità. E come tale sa rapportarsi ai luoghi, alla loro storia e alla loro architettura. Come previsto, è un grande evento la sua mostra personale a Castel Nuovo, ovvero il Maschio Angioino di Napoli. L’esposizione resterà aperta fino al 10 settembre.
“Pensiero Cosmico” è un progetto espositivo site-specific pensato da Michele Zaza per la Cappella Palatina di Castel Nuovo. Si tratta della sua prima mostra personale in uno spazio pubblico di Napoli. Lungo le due grandi pareti della Cappella Palatina, costruita tra il 1279 e il 1284, si articola una doppia installazione di carattere multimediale, che raccoglie foto, video, interventi cromatici e l’utilizzo di vari elementi (molliche di pane, lampadine), pensata per dialogare con il suggestivo spazio architettonico.
Sulla prima parete della sala, si scorge un’opera del 1985, Cielo abitato, composta da 12 fotografie, di grande formato, che si dispongono su un fondo dipinto di azzurro oltremare, in un’ampia distensione spaziale che evoca la dimensione cosmica. Sulla seconda parete, invece, si può ammirare l’installazione Pensiero Cosmico, del 2021, realizzata appositamente per la Cappella Palatina, composta da 3 grandi sagome dipinte di rosso ossido che si stagliano su un fondo, anche qui, di azzurro oltremare.
Tra le singole sagome, dalla forma alata e metafisica, sono disposte sequenze di molliche di pane fissate sulla parete con piccoli chiodi (così come avveniva per l’installazione Universo estraneo nel lontano 1976 presso la Galleria Lucio Amelio di Napoli) a comporre forme fantasiose. Al centro di ciascuna sagoma è collocato un ampio schermo piatto. I tre schermi trasmettono differenti video in loop collegati tematicamente e in dialogo con le forme di molliche di pane e il fondo cromatico. Le opere di Michele Zaza sono rivelazioni che convertono il pensiero in immagine. Nel suo percorso artistico, la fotografia non è pura “testimonianza” di una realtà oggettiva, ma sempre “creazione” della realtà.
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